Miriam Modena e la sua “Wanderlust”

Miriam Modena e la sua “Wanderlust”

Miriam Modena, artista torinese, si racconta e ci accompagna all’interno della sua vita, attraverso l’installazione di video art “Wanderlust”, presentata durante la Rome Art Week

Nasce a Torino nel 1991 e sin dalla primissima infanzia intuisce che l’arte sarà la sua compagna di vita. Racconta, infatti, che da bambina amava disegnare, ma molto presto Miriam si ritrova ad affrontare una brutta malattia che le impedisce di utilizzare la parte destra del suo corpo. L’artista che era già in lei non si arrende e non volendo mollare la passione che nutre per l’arte, decide di concentrarsi su strade alternative. Capirà, in seguito, che con la video art potrà esprimere al massimo il suo potenziale.

Miriam Modena inizia molto presto a muovere i primi passi nel campo artistico. Nel 2009 partecipa allo stage “You Prison” presso la “Fondazione Sandretto Re Rebaudengo” concludendolo con una performance collettiva all’interno di una costruzione – cella dell’architetto serbo Anna Miljacki. Sarà quest’esperienza a spingerla verso la realizzazione dell’opera “In principio era il verbo” che esporrà all’evento “Ars Captiva – Horror Vacui Horror Pleni”. 

Nei mesi di maggio e giugno del 2010 tale opera viene presentata a Berlino durante la VBM 20.10 Contemporary Art e in quell’occasione acquistata da un collezionista tedesco.

Nel 2014 lascia l’Italia e va a vivere un’esperienza di due anni in Australia, a Melbourn . Al suo ritorno decide di iscriversi all’università “Nuove Tecnologie dell’arte” a Brescia.

Dopo vari concorsi, nel 2019, incontrerà sul suo percorso la curatrice Dott.sa Ilaria Giacobbi, con la quale nascerà una bella collaborazione. Sarà lei a curare le esposizioni di Miriam, durante le due edizioni della mostra “ARTEmide”, e durante la manifestazione RAW nel 2020 e 2021.

Miriam Modena

Wanderlust e Bauhaus Home Gallery

Durante la Rome Art Week 2021, la Bauhaus Home Gallery, ha aperto le porte della sua terrazza permettendo a Miriam Modena di presentare il suo progetto artistico “Wanderlust”. La video installazione presenta una serie di quattro filmati proiettati contemporaneamente su dei teli appesi, in cui lo spettatore, collocato al centro della scena, diventa parte integrante dell’opera.

L’artista vuole ricreare un’ambientazione che rimanda alla mente luogo – non luogo dell’essere umano. L’ambiente esterno, la terrazza e il buio della notte sono elementi imprescindibili.

Che cosa rappresenta per te Wanderlust?

“Con quest’opera ho voluto rappresentare la mia vita. Tutti hanno un ritmo veloce ed io invece non ce la faccio e continuo a girare in tondo, cercando di trovare il senso della mia vita.

In tre dei quattro video proiettati, ognuno dei protagonisti insegue le proprie passioni e ciò che desidera. Il bambino sale e scende da diversi scivoli; il cane gioca correndo da una parte all’altra del giardino; il campione di nuoto si allena in piscina. Tutto è movimento. Io, invece, sono dietro una telecamera di sicurezza, cammino molto lentamente e senza alzare mai lo sguardo da terra. Cerco di capire me stessa, osservandomi internamente.”

Miriam Modena

Sulla cartolina di Wanderlust è scritta la frase: “La mia anima scalcia, io no. Mi sento di troppo, sempre”.

Quando ero piccola, sono stata in coma, non c’erano speranze di vita per me. Dopo venti giorni, invece, mi sono risvegliata. Da allora mi sono sempre sentita di troppo in questo mondo e cerco di non recare fastidio a nessuno. Mi preoccupo che tutti coloro che sono attorno a me stiano bene. Credo che lo scopo della mia vita sia aiutare gli altri”.

Cos’è per te la Visual Art?

“È un’arte che sogno la notte. La immagino e vedo del movimento. Non penso mai ad un’opera d’arte finita, come può essere una pittura o una scultura. Sono bellissime, le vado a vedere volentieri, ma non fanno parte di me. Mi ritrovo nell’arte del movimento”.

Quali sono le sensazioni che vorresti trasmettere con le tue opere?

“Io sono come Duchamp, ognuno può vedere e provare ciò che vuole. Cerco di non dare spiegazioni prima che la mia opera sia stata vista. In questo modo, chi guarda, si immerge totalmente senza essere influenzato”.

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