Quest’anno, probabilmente, non sarà possibile celebrarle a causa della pandemia quindi ve le vogliamo raccontare. Ecco tre famosi riti celebrati nel periodo di Pasqua in Italia.
Il nostro paese ne ha diverse e tutte molto affascinanti. Spesso al confine tra il sacro e il profano. Queste antiche celebrazioni suscitano molto fascino e curiosità. Talvolta per la loro cruenza sono state molto criticate, anche dalla Chiesa.
Lo scoppio del carro a Firenze
Ispirata alla reliquia delle schegge del Santo Sepolcro conservate nella chiesa dei Santi Apostoli, è una celebre tradizione che ricorre nei giorni di Pasqua in Toscana e più precisamente a Firenze. La storia narra di un crociato, Pazzino de’Pazzi, che entrato per primo in Gerusalemme fu premiato per il suo coraggio. Goffredo IV di Buglione, Comandante generale, lo premiò consegnandogli tre schegge del Santo Sepolcro con le quali accendere il fuoco Sacro. Nacque così una tradizione portata avanti fino al giorno d’oggi. Un carro viene posizionato davanti la Chiesa dei Santissimi Apostoli e un razzo dalle sembianze d’uccello, uscendo dalla navata centrale, incendia i fuochi d’artificio contenuti nel carro. Se lo scoppio è perfetto e il razzo “colombina” rientra nella chiesa per Firenze si preannuncia un anno positivo.
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Pasqua e i Vattienti di Nocera Terinese
Il rito dei Vattienti si svolge la sera del Venerdì Santo in un piccolo centro abitato della Calabria, Nocera Terinese, in provincia di Catanzaro. È un rito di ispirazione medievale che si perde però nella notte dei tempi. Durante la processione della Madonna Addolorata i Vattienti, si autoflagellano sulle gambe con un disco di sughero, il “cardo”, ricoperto di schegge di vetro. Si provocano ferite che sanguinano copiosamente. Nel frattempo gli abitanti lavano le ferite con il vino rosso precedentemente bollito con erbe aromatiche. Infine lo stesso Vattiente, con una spugna imbevuta del suo sangue, la “rosa”, lascia un’impronta sulle case di coloro che lo hanno assistito. Ultima figura, l’Ecce Homo, un ragazzo vestito di rosso, che raffigurando sempre il Cristo segue i celebranti.
L’Abballu de li diavuli a Prizzi
A Prizzi, in Sicilia, nel giorno di Pasqua gruppi di giovani vestiti di rosso e mascherati da demoni girano per il paese, in processione, per catturare le anime. Con loro c’è anche la Morte, che armata di balestra, indica fra i passanti le anime da catturare le quali pagheranno da bere a tutti i diavoli presso l’osteria più vicina. In questo caso l’osteria simboleggia l’inferno. I diavoli tenteranno per tre volte di impedire l’incontro tra la Madonna e il Cristo. Le prime due volte ci riusciranno ma la terza, affrontati dagli Angeli, perderanno. Così la Madonna si riunisce al Cristo e il bene vince sul male.