Passeggiando per la città di Roma non ci si annoia davvero. Tra vicoli medievali, palazzi rinascimentali e fontane barocche, ci si può facilmente imbattere in “pezzi d’antico Egitto”
Il popolo romano, nel corso dei secoli ne ha viste veramente tante. Si è così abituato ad avere “in casa” di tutto. Le epoche e le mode si sono susseguite a tal punto che si cominciò a guardare anche a quelle esotiche. Ecco quindi che passeggiando per la città eterna ci si imbatte in sfingi, obelischi e piramidi!
Nell’ ormai consueto traffico della capitale moderna, sfrecciamo incuranti tra questi preziosi arredi urbani, simbolo della Roma che fu. Ma ci siamo mai chiesti come e quando ci sono arrivati?
Dal 31 a.C., vinta la battaglia di Azio, Augusto annette praticamente l’Egitto al nascente Impero Romano. Se già con Giulio Cesare, la cultura esotica era entrata a far parte della città, da Augusto in poi scoppiò una vera “egittomania”.
La mitica Cleopatra aveva abitato per quasi due anni in una villa agli orti di Trastevere, (era pur sempre una straniera). Dal lato opposto del fiume, invece, viveva la legittima consorte di Cesare, Calpurnia. La regina egizia, nella sua residenza romana, ricreò una corte piena di sfarzi e opulenze. Le matrone romane tentavano di emularla copiandone il seducente trucco e il parrucco, mentre i loro uomini ammiccavano vittime della fascinazione alessandrina.
Obelischi a Roma in Piazza San Pietro
Ma è con Augusto che arrivano i primi grandiosi bottini di guerra e anche gli obelischi. Di questi ultimi, a Roma, se ne trovano addirittura tredici, più che in Egitto! Uno dei più antichi, ad esempio, lo possiamo vedere nel luogo simbolo della cristianità, in Piazza San Pietro. Per trasportare questo monolite di 25 metri di altezza e 350 tonnellate di peso, Caligola fece costruire una nave ad hoc. Vennero usate mille tonnellate di lenticchie come polistirolo, per attutire le oscillazioni e far arrivare intatto il trofeo. La nave fu poi riempita di calcestruzzo e affondata, usata come base per il nuovo porto di Ostia e le lenticchie distribuite con magnanimità alla plebe.
E la grande Piramide Cestia? Un altro vezzo della nobiltà romana: monumenti funebri sulla scia della moda esotica. Ce ne erano almeno tre. Una coppia a Piazza del Popolo e un’altra a Via della Conciliazione.
È proprio il caso di dire che se l’Egitto non venne a Roma, Roma andò in Egitto e se lo portò pure a casa. E i romani ringraziano per questi millenari souvenir.